Performance teatrale itinerante per 25 spettatori alla volta
Esito del laboratorio RICREAzioni

PALAZZO DEL CAPITANO, Sala Sozzi, Cesena
4,5,6 Maggio 2018
repliche alle ore 19:30, 20:30, 21:30

SCRITTO E DIRETTO DA: Michele Di Giacomo

Con gli studenti del Laboratorio KURA del Liceo Linguistico “Ilaria Alpi” di Cesena Emiliy Amadori, Luca Beltrambini, Marco Bertani, Mila Cappelli, Carmen Diop, Ylenia Donati, Luna Evangelisti, Giulia Mariani, Jasmine Lassoued, Mattia Pasini, Gabriele Rocchi, Alice Saccomandi

MUSICISTA: Cecilia Biondini (violoncello)

VASAIA: Paola Farneti

RESPONSABILE TECNICO: Riccardo Canali

ASSISTENTE AL PROGETTO: Faminda Hoxhallari

ORGANIZZAZIONE: Elisa Campana

PRODUZIONE: Alchemico Tre

Partner del Progetto: Delegazione FAI Cesena, Officina Vasi, Aquilone di Iqbal, Pro Natura, Ass. Crescendo in musica.
Progetto sostenuto da: Progetto Giovani di Cesena, Romagna Iniziative e Associazione Giovani Credito Cooperativo Romagnolo.

Che significato ha la parola “cura” nelle nostre vite e nella nostra società?
Di cosa o di chi abbiamo “cura”? Come ci prendiamo “cura” di noi?

KURA è un progetto ideato e diretto da Michele Di Giacomo in collaborazione con Progetto Giovani del Comune di Cesena e sostenuta da Romagna Iniziative e Credito Cooperativo Romagnolo, che ha visto coinvolti 15 studenti del “Liceo Linguistico Ilaria Alpi” di Cesena in un percorso laboratoriale fatto di incontri, riflessioni, teatro e creazione attorno al tema della cura. Il progetto ha preso avvio da alcune domande: Che significato ha la parola “cura” nelle nostre vite e nella nostra società? Che cosa vuol dire “prendersi cura”? Di che cosa o di chi noi abbiamo “cura”? Possiamo pensare di esistere in assenza di cura?

Le risposte sono state argomento di 20 incontri iniziati nel dicembre del 2017, per un totale di 52 ore di lavoro svolte tra i locali dell’Istituto e spazi comunali. Il progetto ha visto la collaborazione di realtà associative che hanno fornito ai ragazzi stimoli e competenze. Gli incontri con le associazioni sono stati a volte pratici, altri teorici e sono avvenuti con:
-Il FAI (cura dell’ambiente e del patrimonio): cos’è e cosa fa il FAI. E spiegazione storico-artistica sul Palazzo del Capitano.
-L’associazione Officina Vasi (cura come attenzione ai dettagli e alle piccole cose): laboratorio pratico di costruzione di un vaso in terracotta.
-L’associazione Crescendo in Musica (cura come coro). Lezione di canto corale.

Dagli incontri sono nate riflessioni che hanno portato alla creazione di un copione teatrale fatto di spunti personali, proposte, temi. Il copione è stato presentato una performance teatrale, itinerante, che è stata aperta al pubblico il 4,5,6 maggio all’interno del Palazzo del Capitano, cuore della città di Cesena.

Lo Spettacolo

Lo scrittore latino Igino scrive nel suo Liber Fabularum:

“Agli albori del mondo, Cura, passeggiando per lande disabitate, arrivò sulla riva di un fiume e vedendo del fango cominciò a dargli forma. Si avvicinò Giove e Cura gli chiese di dare a ciò che aveva fatto, lo spirito di vita. Giove acconsentì ma volle dargli lui un nome. Cura si oppose. Intervenne poi Terra e reclamò che fosse imposto il proprio nome a ciò che era stato fatto, perché lei gli aveva dato il corpo. Intervenne Saturno, il Tempo che risolse la contesa così: “tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; tu, Terra, che hai dato il corpo, riceverai il corpo, ma poiché fu Cura a dare forma all’essere, finché esso vive, lo custodisca. E il suo nome sarà homo perché è stato tratto da humus”

Il mito ci dice che “Cura” è ciò che ha dato forma all’uomo e ciò a cui l’uomo appartiene per tutta la vita. Essere coinvolti nella “cura” è ciò che ci caratterizza come essere umani ed è perciò parte della natura umana il convivere, il costruire il proprio essere in relazione agli altri e fare degli altri un valore. Partendo da questo mito prende corpo la performance KURA.

KURA è un viaggio dentro di noi, all’interno dell’uomo in senso universale, posto in relazione al tema della Cura. Partendo dal mito romano della Dea Cura, che racconta della creazione dell’uomo in una terra fatta di desolazione e argilla, risaliremo fino ai giorni d’oggi mescolando scene originali e autobiografiche, con scene tratte da testi cardini del teatro mondiale, musiche, immagini e performance per raccontare cos’è la cura nelle nostre vite.
Il pubblico verrà accompagnato nella Sala Sozzi del Palazzo del Capitano, nel cuore della città, dai due narratori in un viaggio al buio illuminato solo dalla luce delle torce. Vedrà Antigone e Ismene, Amleto e Ofelia, sentirà racconti sull’amicizia, ascolterà un dialogo tra madre e figlio tratto da “Il Gabbiano di Čechov”, in un viaggio unico e privato fatto per soli 25 spettatori alla volta, perchè anche l’atto di ascoltare richiede Cura.

Il Laboratorio

KURA è un progetto realizzato da ALCHEMICO TRE in collaborazione con Progetto Giovani del Comune di Cesena e sostenuto da Romagna Inizative e dall’Associazione Giovani del Credito Cooperativo Romagnolo volto alla formazione teatrale, alla crescita, alla creatività e all’espressività teatrale di giovani del territorio, dell’età di 14-19 anni. Il progetto si articola attorno al tema della CURA e prende le mosse dal mito romano della Dea Cura, la cui figura fu tramandata dallo scrittore latino Igino nel suo Liber Fabularum:

“Agli albori del mondo, Cura, passeggiando per lande disabitate, arrivò sulla riva di un fiume e vedendo del fango cominciò a dargli forma. Si avvicinò Giove e Cura gli chiese di dare a ciò che aveva fatto, lo spirito di vita. Giove acconsentì ma volle dargli lui un nome. Cura si oppose. Intervenne poi Terra e reclamò che fosse imposto il proprio nome a ciò che era stato fatto, perché lei gli aveva dato il corpo. Intervenne Saturno, il Tempo che risolse la contesa così: “tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; tu, Terra, che hai dato il corpo, riceverai il corpo, ma poiché fu Cura a dare forma all’ essere, finché esso vive, lo custodisca. E il suo nome sarà homo perché è stato tratto da humus”

Il mito ci dice che “Cura” è ciò che ha dato forma all’uomo e ciò a cui l’uomo appartiene per tutta la vita. Essere coinvolti nella “cura” è ciò che ci caratterizza come essere umani ed è perciò parte della natura umana il convivere, il costruire il proprio essere in relazione agli altri e fare degli altri un valore. Partendo da questo mito e dal suo significato l’Associazione ALCHEMICO TRE offrirà a 20 studenti del Liceo Linguistico Statale Ilaria Alpi di Cesena e a 5 ragazzi della città selezionati tramite il Progetto Giovani di Cesena, un percorso artistico e laboratoriale per indagare e capire le diverse accezioni della parola “cura” al giorno d’oggi. In una società individualista, dove rispetto degli altri e dell’ambiente, accoglienza ed empatia sono valori poco considerati vogliamo porre ai ragazzi alcuni interrogativi:

-Che significato ha la parola “cura” nelle nostre vite e nella nostra società?
-Che cosa vuol dire “prendersi cura”?
-Di che cosa o di chi noi abbiamo “cura”?
-Possiamo pensare di esistere in assenza di cura, senza qualcuno che ci faccia spazio, si accorga di noi?

Dalle risposte costruiremo un percorso multidisciplinare diretto dall’attore cesenate Michele Di Giacomo che prevede l’uso del linguaggio teatrale, la condivisione di altre esperienze tramite il confronto con i partner del progetto (FAI, OFFICINA VASI, AQUILONE DI IQBAL, PRONATURA, CRESCENDO IN MUSICA) e la creazione di materiale artistico. Il progetto si articolerà in due fasi: una laboratoriale e una performativa.

Obiettivi e opportunità

Il progetto ruota attorno alla parola “cura” e intende offrire ai giovani coinvolti l’opportunità di riflettere sull’importanza dell’ ”avere cura” oggi a partire dalla relazione con l’altro. Come prende forma la cura?

Col Teatro. Tramite esercizi teatrali daremo ai giovani l’occasione di entrare in relazione con gli altri sollecitando e muovendo le proprie capacità di agire, pensare e creare. Gli studenti impareranno a narrare la propria storia, conoscere il proprio corpo, esplorandone le potenzialità e dare spazio all’immaginazione. La pratica teatrale diventa strumento di inclusione, coesione ed espressione di sè. Altra parte del percorso sono gli incontri con i partner coinvolti nel progetto, che permetteranno agli studenti di toccare con mano il lavoro svolto da realtà del territorio cesenate che operano in vari ambiti dall’artigiano, alla tutela dei beni culturali e ambientali, dal sociale, alle politiche giovanili.

Apprendere insieme, scoprire, sperimentare, superare le difficoltà, condurrà i ragazzi a misurarsi con sé e con gli altri, alla ricerca di forme e significati comuni da condividere con la cittadinanza durante la performance conclusiva. Punto di arrivo del percorso è infatti la costruzione uno spettacolo, che darà la possibilità agli studenti di immergersi in un processo creativo che li renda protagonisti di tutte le fasi in veste di attori, drammaturghi, registi.

Gli obbiettivi del progetto KURA si possono riassumere in:

– Far acquisire ai giovani la consapevolezza dell’importanza dell’ “aver cura” nelle nostra società attraverso l’esplorazione, l’osservazione, il confronto e la scoperta dell’altro;
– Stimolare e valorizzare la creatività dei giovani attraverso l’espressività teatrale, l’artigianato, la musica, la scrittura, la narrazione.
– Attivare nei ragazzi capacità trasversali: collaborare, progettare, ricercare, condividere.

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Performance teatrale itinerante per 25 spettatori alla volta
Esito del laboratorio RICREAzioni

PALAZZO DEL CAPITANO, Sala Sozzi, Cesena
4,5,6 Maggio 2018
repliche alle ore 19:30, 20:30, 21:30

SCRITTO E DIRETTO DA: Michele Di Giacomo

Con gli studenti del Laboratorio KURA del Liceo Linguistico “Ilaria Alpi” di Cesena Emiliy Amadori, Luca Beltrambini, Marco Bertani, Mila Cappelli, Carmen Diop, Ylenia Donati, Luna Evangelisti, Giulia Mariani, Jasmine Lassoued, Mattia Pasini, Gabriele Rocchi, Alice Saccomandi

MUSICISTA: Cecilia Biondini (violoncello)

VASAIA: Paola Farneti

RESPONSABILE TECNICO: Riccardo Canali

ASSISTENTE AL PROGETTO: Faminda Hoxhallari

ORGANIZZAZIONE: Elisa Campana

PRODUZIONE: Alchemico Tre

Partner del Progetto: Delegazione FAI Cesena, Officina Vasi, Aquilone di Iqbal, Pro Natura, Ass. Crescendo in musica.
Progetto sostenuto da: Progetto Giovani di Cesena, Romagna Iniziative e Associazione Giovani Credito Cooperativo Romagnolo.

Che significato ha la parola “cura” nelle nostre vite e nella nostra società?
Di cosa o di chi abbiamo “cura”? Come ci prendiamo “cura” di noi?

KURA è un progetto ideato e diretto da Michele Di Giacomo in collaborazione con Progetto Giovani del Comune di Cesena e sostenuta da Romagna Iniziative e Credito Cooperativo Romagnolo, che ha visto coinvolti 15 studenti del “Liceo Linguistico Ilaria Alpi” di Cesena in un percorso laboratoriale fatto di incontri, riflessioni, teatro e creazione attorno al tema della cura. Il progetto ha preso avvio da alcune domande: Che significato ha la parola “cura” nelle nostre vite e nella nostra società? Che cosa vuol dire “prendersi cura”? Di che cosa o di chi noi abbiamo “cura”? Possiamo pensare di esistere in assenza di cura?

Le risposte sono state argomento di 20 incontri iniziati nel dicembre del 2017, per un totale di 52 ore di lavoro svolte tra i locali dell’Istituto e spazi comunali. Il progetto ha visto la collaborazione di realtà associative che hanno fornito ai ragazzi stimoli e competenze. Gli incontri con le associazioni sono stati a volte pratici, altri teorici e sono avvenuti con:
-Il FAI (cura dell’ambiente e del patrimonio): cos’è e cosa fa il FAI. E spiegazione storico-artistica sul Palazzo del Capitano.
-L’associazione Officina Vasi (cura come attenzione ai dettagli e alle piccole cose): laboratorio pratico di costruzione di un vaso in terracotta.
-L’associazione Crescendo in Musica (cura come coro). Lezione di canto corale.

Dagli incontri sono nate riflessioni che hanno portato alla creazione di un copione teatrale fatto di spunti personali, proposte, temi. Il copione è stato presentato una performance teatrale, itinerante, che è stata aperta al pubblico il 4,5,6 maggio all’interno del Palazzo del Capitano, cuore della città di Cesena.

Lo Spettacolo

Lo scrittore latino Igino scrive nel suo Liber Fabularum:

“Agli albori del mondo, Cura, passeggiando per lande disabitate, arrivò sulla riva di un fiume e vedendo del fango cominciò a dargli forma. Si avvicinò Giove e Cura gli chiese di dare a ciò che aveva fatto, lo spirito di vita. Giove acconsentì ma volle dargli lui un nome. Cura si oppose. Intervenne poi Terra e reclamò che fosse imposto il proprio nome a ciò che era stato fatto, perché lei gli aveva dato il corpo. Intervenne Saturno, il Tempo che risolse la contesa così: “tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; tu, Terra, che hai dato il corpo, riceverai il corpo, ma poiché fu Cura a dare forma all’essere, finché esso vive, lo custodisca. E il suo nome sarà homo perché è stato tratto da humus”

Il mito ci dice che “Cura” è ciò che ha dato forma all’uomo e ciò a cui l’uomo appartiene per tutta la vita. Essere coinvolti nella “cura” è ciò che ci caratterizza come essere umani ed è perciò parte della natura umana il convivere, il costruire il proprio essere in relazione agli altri e fare degli altri un valore. Partendo da questo mito prende corpo la performance KURA.

KURA è un viaggio dentro di noi, all’interno dell’uomo in senso universale, posto in relazione al tema della Cura. Partendo dal mito romano della Dea Cura, che racconta della creazione dell’uomo in una terra fatta di desolazione e argilla, risaliremo fino ai giorni d’oggi mescolando scene originali e autobiografiche, con scene tratte da testi cardini del teatro mondiale, musiche, immagini e performance per raccontare cos’è la cura nelle nostre vite.
Il pubblico verrà accompagnato nella Sala Sozzi del Palazzo del Capitano, nel cuore della città, dai due narratori in un viaggio al buio illuminato solo dalla luce delle torce. Vedrà Antigone e Ismene, Amleto e Ofelia, sentirà racconti sull’amicizia, ascolterà un dialogo tra madre e figlio tratto da “Il Gabbiano di Čechov”, in un viaggio unico e privato fatto per soli 25 spettatori alla volta, perchè anche l’atto di ascoltare richiede Cura.

Il Laboratorio

KURA è un progetto realizzato da ALCHEMICO TRE in collaborazione con Progetto Giovani del Comune di Cesena e sostenuto da Romagna Inizative e dall’Associazione Giovani del Credito Cooperativo Romagnolo volto alla formazione teatrale, alla crescita, alla creatività e all’espressività teatrale di giovani del territorio, dell’età di 14-19 anni. Il progetto si articola attorno al tema della CURA e prende le mosse dal mito romano della Dea Cura, la cui figura fu tramandata dallo scrittore latino Igino nel suo Liber Fabularum:

“Agli albori del mondo, Cura, passeggiando per lande disabitate, arrivò sulla riva di un fiume e vedendo del fango cominciò a dargli forma. Si avvicinò Giove e Cura gli chiese di dare a ciò che aveva fatto, lo spirito di vita. Giove acconsentì ma volle dargli lui un nome. Cura si oppose. Intervenne poi Terra e reclamò che fosse imposto il proprio nome a ciò che era stato fatto, perché lei gli aveva dato il corpo. Intervenne Saturno, il Tempo che risolse la contesa così: “tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; tu, Terra, che hai dato il corpo, riceverai il corpo, ma poiché fu Cura a dare forma all’ essere, finché esso vive, lo custodisca. E il suo nome sarà homo perché è stato tratto da humus”

Il mito ci dice che “Cura” è ciò che ha dato forma all’uomo e ciò a cui l’uomo appartiene per tutta la vita. Essere coinvolti nella “cura” è ciò che ci caratterizza come essere umani ed è perciò parte della natura umana il convivere, il costruire il proprio essere in relazione agli altri e fare degli altri un valore. Partendo da questo mito e dal suo significato l’Associazione ALCHEMICO TRE offrirà a 20 studenti del Liceo Linguistico Statale Ilaria Alpi di Cesena e a 5 ragazzi della città selezionati tramite il Progetto Giovani di Cesena, un percorso artistico e laboratoriale per indagare e capire le diverse accezioni della parola “cura” al giorno d’oggi. In una società individualista, dove rispetto degli altri e dell’ambiente, accoglienza ed empatia sono valori poco considerati vogliamo porre ai ragazzi alcuni interrogativi:

-Che significato ha la parola “cura” nelle nostre vite e nella nostra società?
-Che cosa vuol dire “prendersi cura”?
-Di che cosa o di chi noi abbiamo “cura”?
-Possiamo pensare di esistere in assenza di cura, senza qualcuno che ci faccia spazio, si accorga di noi?

Dalle risposte costruiremo un percorso multidisciplinare diretto dall’attore cesenate Michele Di Giacomo che prevede l’uso del linguaggio teatrale, la condivisione di altre esperienze tramite il confronto con i partner del progetto (FAI, OFFICINA VASI, AQUILONE DI IQBAL, PRONATURA, CRESCENDO IN MUSICA) e la creazione di materiale artistico. Il progetto si articolerà in due fasi: una laboratoriale e una performativa.

Obiettivi e opportunità

Il progetto ruota attorno alla parola “cura” e intende offrire ai giovani coinvolti l’opportunità di riflettere sull’importanza dell’ ”avere cura” oggi a partire dalla relazione con l’altro. Come prende forma la cura?

Col Teatro. Tramite esercizi teatrali daremo ai giovani l’occasione di entrare in relazione con gli altri sollecitando e muovendo le proprie capacità di agire, pensare e creare. Gli studenti impareranno a narrare la propria storia, conoscere il proprio corpo, esplorandone le potenzialità e dare spazio all’immaginazione. La pratica teatrale diventa strumento di inclusione, coesione ed espressione di sè. Altra parte del percorso sono gli incontri con i partner coinvolti nel progetto, che permetteranno agli studenti di toccare con mano il lavoro svolto da realtà del territorio cesenate che operano in vari ambiti dall’artigiano, alla tutela dei beni culturali e ambientali, dal sociale, alle politiche giovanili.

Apprendere insieme, scoprire, sperimentare, superare le difficoltà, condurrà i ragazzi a misurarsi con sé e con gli altri, alla ricerca di forme e significati comuni da condividere con la cittadinanza durante la performance conclusiva. Punto di arrivo del percorso è infatti la costruzione uno spettacolo, che darà la possibilità agli studenti di immergersi in un processo creativo che li renda protagonisti di tutte le fasi in veste di attori, drammaturghi, registi.

Gli obbiettivi del progetto KURA si possono riassumere in:

– Far acquisire ai giovani la consapevolezza dell’importanza dell’ “aver cura” nelle nostra società attraverso l’esplorazione, l’osservazione, il confronto e la scoperta dell’altro;
– Stimolare e valorizzare la creatività dei giovani attraverso l’espressività teatrale, l’artigianato, la musica, la scrittura, la narrazione.
– Attivare nei ragazzi capacità trasversali: collaborare, progettare, ricercare, condividere.

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